Al momento stai visualizzando Le molliche di Pollicino

Le molliche di Pollicino

Vivo queste giornate con difficoltà, con un sotterraneo senso di nausea, con uno spaesamento che non è esattamente paura ma che potrei dire delusione.

Delusione per la Storia, per il tradimento da noi commesso al patto sociale. Mai come in queste giornate ho avuto voglia di sfuggire ai graffi e ai moti scomposti dell’umanità, per ripararmi in un luogo che non esiste dove poter creare tutto quello che possiedo nella mia coscienza. Creare un equilibrio dalle macerie della confusione, dal vociare dei politici trasformati in tragici figuranti o in scadenti artisti da avanspettacolo.

Dalla vanità dell’apparire, dall’ostentare, dalla disperata richiesta di attenzione postando foto sui social non poteva che emergere il mostro peggiore. La guerra.

La galleria di specchi ci è franata addosso. Non eravamo nella luce abbagliante ma in un gioco di riflessi. Così siamo ripiombati nel buio di un altro secolo.     

Non siamo cresciuti abbastanza.

Renato Pennisi

Questo articolo ha un commento

  1. Maria Gabriella Canfarelli

    Da qualche tempo sogno bambini e bambine. Dovrei consultare forse gli scritti di Freud ma credo di potere capire ciò che la psiche mi sussurra a occhi chiusi… Abbiamo bisogno di innocenza, non nuocere, ritrovare la purezza perduta della pace, custodirla e farla crescere, ritrovarla nell’umanità. Invece…
    Ho l’abitudine di trascrivere i sogni del primo mattino, quando rimangono impigliati tra gli occhi e la mente prima che la corsa, la fretta del fare ci prenda la mano, occupi il resto del giorno. Il 24 marzo erano nel sogno uomini neri: si aggiravano in cerca di un bambino da rubare. Sono riuscita a sottrarlo alle loro mani sporche di fango; l’ho nascosto in una custodia di violino vuota, ho chiuso la cerniera e mi sono allontanata guardando il bimbo in posizione fetale: lo vedevo in una trasparenza di plastica, potevo vederlo solo io. Lui mi sorrideva.

Lascia un commento